Alberta, ovvero: quando una donna ti conquista con una risata…

Pubblicato: 22 marzo 2009 in Senza Categoria

A letto con il laptopMi ero riproposto di scrivere la seconda parte del post precedente, ma a differenza di ciò che si può immaginare un aspirante architetto alle prese con gli ultimi esami e con la tesi di laurea ha davvero poco tempo per scrivere, e ancor meno per riassumere qualche idea. Tant’è che l’unico momento che ho trovato per buttar giu qualche riga è questo: sette del mattino di domenica, senza nemmeno mezz’ora di sonno e con una massiccia dose di Long Island al posto del sangue. Va da se che mi scuso da ora per ogni strafalcione che scriverò e ovviamente mi scuso anche delle cazzate concettuali che mi verranno fuori. Ma infondo si sa: il Long Island non è certo il nettare della sapienza.

Tornando a noi, qualche post fa promisi di parlare un po di piu dei miei fallimenti – che sono notoriamente moooolto piu numerosi dei successi – sicchè dopo un’ampia scrematura di ricordi fortemente aiutati dall’alcool mi è tornata in mente Alberta. Ricordando al lettore che il nome è ovviamente modificato onde evitare che l’esercito mi chiuda il blog e mi porti via (Decreto di Legge 675 del 1996 sulla privacy) ne approfitto per sottolineare che tale pseudonimo nasce dall’accostamento ideale di tale donzella con la buonanima dell’esimio prof. Albert Einstein, del quale la nostra protagonista ricalcava l’innato genio nello sparare aforismi di una creatività quasi disumana. Ne cito uno dei piu belli che ella rivolse al sottoscritto tanto per dare idea di quanto fosse brava a distribuire due di picche: "Guarda, mi prendi alla sprovvista; dovrei pensarci, ma intanto continuiamo a vederci…". L’ho sempre sostenuto: era un genio… del male.

La pseudo-storia fallimentare con Alberta nasce in tempi immemori, quando il sindaco del mio paesello ci aveva idealmente donato le chiavi di via Squarcioni, la strada ove risiedeva e risiede tutt’ora il Liceo Classico Domenico Cirillo, e che noi quotidianamente chiudevamo (sempre idealmente, per carità) essendo sempre gli ultimi ad andare a casa. Già perchè noi studentelli del Liceo Scientifico Enrico Fermi avevamo la cattiva abitudine di abbandonare le nostre colleghe scenziate per muoverci in massa verso le letterate del classico che, a differenza delle nostre avevano quella superficialità mista al tirarsela fino a farla spezzare che a 17 anni, quando sei in preda alle tempeste ormonali, ti prende piu di una playstation .

Studentesse studentfesse, insomma al liceo e chi pensa a studiare???Fu proprio un sabato di fine primavera, mentre idealmente chiudevamo il liceo e l’indera strada, che conobbi Alberta. Il primo impatto, devo ammetterlo, fu assolutamente traumatizzante. Chiacchieravo con Michele, un amico di vecchia data, e lei venne a salutarlo prima di incamminarsi verso casa. La guardai per quel breve lasso di tempo in cui parlava con Michele studiandone i contorni e sopratutto tentando di capire se non m’avesse visto per un difetto congenito di vista o se non m’avesse cagato nemmeno di striscio per sua assoluta volontà. Indossava uno di quei vestitini che tanto andavano di moda negli anni ’90, cortissimi ma tutti sblusati e con le maniche a palloncino. I capelli biondi e mossi tutti raccolti in alto e fermati da una matita colorata della Giotto insieme ad una scarpa decoltè dal tacco alto fecero si che quel po di sangue di cui il buon Dio mi ha dotato si spostasse dal cervello al basso ventre in una manciata di secondi e la mia proverbiale mancanza di inibizioni fece il resto. Non persi occasione per presentarmi, e per colpa dell’afflusso sanguigno in direzione sbagliata feci con la frase ad effetto:

Io: "Michele non mi avevi detto di avere un’amica come l’universo… meravigliosa, ma piena di mistero!"
Alberta: "Coso, attento che ti faccio vedere le stelle!"

Probbilmente Alberta voleva intendere che mi avrebbe mollato un ceffone tanto forte da potersi equiparare ad un’esecuzione capitale, ma causa gli ormoni e il dannato l’afflusso ematico non mi resi conto della velatissima sfumatura negativa ed interpretai a modo mio, rincarando la dose:

Io: "Magari! Sogno da una vita di essere la luna di un cielo stellato…"
Alberta: "E allora comprati un cannocchiale!"

Ahhhhh! Alberta! Sempre una risposta pronta! Non l’abbattevi manco con un lanciamissili!
Ad ogni modo la figura di merda era fatta. Mi ero classificato come uno sfigato ed ero in fondo alla sua lista nera. Ma paradossalmente la cosa non mi turbava: sapevo che piu in basso non sarei potuto scendere sicchè ora dovevo solo risalire. Ricordo che trascorsi una parte del weekend a pensare il da farsi (e sopratutto il da dirsi) preparandomi per il momento in cui avrei incontrato dinuovo quell’angelo biondo. Mi venivano le cose piu turpi in mente preso com’ero da quello scambio di battute astronomiche. Pensai a cose tipo "Desidero da sempre essere risucchiato da un buco nero" ma sapevo che la sagacia di Alberta le avrebbe suggerito un "Allora buttati in un tombino e restaci", ma anche lanciarmi in cose meno sconcie del tipo "Non chiedo la luna perchè ho già davanti una stella" avrebbe sicuramente portato una risposta del tipo "Peccato che oggi il cielo è pieno di nuvole, e ora smettila di coprirmi". Fu solo intorno alle 11 di sera di domenica che mi resi conto dell’errore: a sagacia bisognava rispondere con la stessa moneta, o almeno con una valuta di pari potere d’aquisto… il sarcasmo. Feci una specie di reset mentale e mi addormentai.

Ah il diario di scuola... quanti ricordi!L’indomani, carico di aspettative, scrissi per buona parte della mattinata sul mio diario ma con il doppio scarso risultato di scrivere una marea di inutili battute e di essere ripreso dalla prof. di italiano che mi incollò uno stupendo quattro meno meno sul registro. Quando sentii lo stridere della campanella della quinta ora balzai del banco, scesi le scale a due a due e mi precipitai sul mio fido destriero da 50cc per raggiungere come un cavaliere moderno la mia amata prigioniera di via Squarcioni. Vi lascerò soltanto immaginare l’amaro che mi venne in bocca e nel cuore quando, parcheggiato l’imponente cinquantino dell’Aprilia, vidi Alberta slinguazzare e limonare con un trucido tizio di forse 18 anni con la scarpa classica e la panzetta che un triste polo color cocozza non riusciva a trattenere.

Ma si sa che il buon Dio certe cose le fa accadere per un motivo! Quell’evento, infatti, generò in me una specie di reazione allergica ad Alberta che cominciò a sfogarsi in quel lasso di tempo in cui noi detentori delle chiavi ideali del Liceo Classico rimanevamo in sparuti gruppetti dopo lo sfollarsi della massa di adolescenti che imboccavano la via di casa. Deluso com’ero della situazione mi misi a chiacchierare del piu e del meno con il compagno di chiavi Michele ed altri due avventori, dando sempre uno sguardo alla fedifraga con la coda dell’occhio. Non so spiagare bene cosa mi successe, e tanto meno il motivo di quella delusione dato che non vantavo di alcuna considerazione da parte di Alberta e sopratutto che ero collocato all’ultimo posto della sua lista nera. Perchè mai me la prendevo tanto? Ma d’un tratto una luce squarciò le nuvole della mia mente: "chi disprezza vuol comprare"!

C'è poco da fare, i jeans attillati sono sempre un ottimo connubio sexy con l'ombelico da fuori e belle tette!Proprio mentre quella luce mi colpiva, Alberta come suo solito fece il giro dei saluti ai cavalieri della chiave ideale concludendo proprio con Michele. Si avvicinò al nostro gruppetto, spavalda piu che mai e adornata da una mise stupenda: jeans elasticizzati che lasciavano vedere la caviglia e magliettina cortissima con ombelico di ordinanza da fuori e un seno da venticinquenne a malapena trattenuto, il tutto adornato dall’ennesima scarpa decoltè nera. Incazzato com’ero, pur ammirandola nella sua bellezza con lo sfondo dei due avventori sbavanti, simulai disinteresse. Forse fu proprio quella simulazione mal riuscita a generare l’ennesima ironia di Alberta quando, una volta salutato Michele, si rivolse a me con un secco:

Alberta: "Ah… c’è anche l’astronomo che mi definisce una stella"

La fedifraga probabilmente credette di aver colpito nel segno ma stavolta non fece i conti con il mio plasma che, seppur parzialmente dirottato continuava a concentrarsi maggiormente nelle tempie, tanto che un guizzo di ironia mi pervase e risposi un beffardo:

Io: "Ti correggo! Sei una stupenda stella cadente… peccato che sei caduta di faccia!"

Dovetti proprio colpire nel segno dato che la battuta ebbe come esito una paradisiaca risata di Alberta che ne trasformò il viso da quell’espressione da seduttrice ad una quasi da bambina. Ma Alberta era inattaccabile sicchè, ripresasi dalla risata, prontamente mi rispose:

Alberta: "Ma si vede che cadendo ho fatto un bel po di danni"

e si congedò da tutti con un sorriso ed un gesto di saluto per ricongiungersi all’amica in scooter.

Ah adriana lima boxer, questa è una donna!Da quel giorno, per un’intera settimana, fu un continuo battibecco tra me ed Alberta. La situazione era piu o meno sempre la stessa, arrivavo al liceo e la trovavo a scambiare saliva con il buzzurro che per altro indossava sempre cose di colori improponibili come giacchette color cacca, maglioncini di filo a rombi e persino una camicia hawaiiana ma di un indefinito colore vedre militare, e sempre con quell’orrenda panza in bella vista. Ed era un clichè anche il saluto a Michele prima ci andar via con l’amica motomunita così come diventò un’abitudine quella della battuta sarcastica (talvolta piu di una) tra me e lei. Tutto il nostro rapporto verbale si fermava li: una presa per il culo celata da aforisma e poi il nulla. 

Fu così fino al martedì successivo, quando coluì che avevo identificato come il suo slinguazzatore ufficiale non si fece vivo. Nella mia mente adolescenziale immaginai che il cafardo limonatore, ormai a corto di abiti orrendi, avesse optato per un po di shopping anzicchè insidiare le labbra del mio platonico ogetto del desiderio. Quel martedì decisi di giocarmi il tutto per tutto. Visto che la sagace Alberta era inespugnabile dall’interno decisi di attaccare dalle retrovie. Al consueto giro di saluti fermai Alberta per salutarla e le chiesi:

Io: "Ma che fine ha fatto il tuo amico, quello con cui limoni di solito?"
Alberta: "Perchè? Che ti frega?"
Io: "Volevo chiedergli la giacca in prestito, ho da fare una figura di merda tra mezz’ora…"

Alberta mi guardò quasi con odio per una frazione di secondo per poi farsi la solita stupenda risata. E fu li che Alberta mi stupì. Mi aspettavo già una rappresaglia per averle offeso il panzuto slinguazzatore ma lei, con ironia nella sguardo rispose:

Alberta: "Appena lo vedo me la faccio dare, tu intanto rimanda la figura di merda".

In quella frase credo fosse celato un quadruplo significato che probabilmente solo io interpretai ma tentai il tutto per tutto:

Io: "Oh… ma allora anche tu qualche volta scendi dalla volta celeste per onorare noi poveri astronomi"
Alberta: "Solo se voi astronomi abbassate il cannocchiale!" (Alberta!!! Ce ne fossero di piu come te!)
Io: "Se è per questo, non porto nemmeno le lenti a contatto…"

Quel bacio lo ricorderò per sempre!Tirai Alberta nel vicoletto che porta alle spalle del liceo e le sorrisi col risultato che le nostre labbra si incollarono quasi fossero state disegnate ad incastro. Quel bacio durò forse non piu di 5 secondi, ma valse piu di ogni altro bacio rubato fino ad allora. In quelle frazioni di secondo riuscii a pensare ad una sola cosa: l’avevo conquistata… a suon di risate! Quant’è vero che le donne bisogna saperle far ridere…
Tutto il mio rapporto con Alberta finì li. Un solo singolo unico irripetibile bacio nel vicoletto del Liceo Classico. Ma mi bastò quello, perchè Alberta mi aveva dato una grande, gigantesca, immensa lezione di vita. E come suo solito ebbe la meglio, almeno a livello verbale; si congedò da me con una battuta che rimase per sempre solpita nella mia corteccia cerebrale. Mentre si allontanava le dissi:

Io: "Insomma per conquistarti devo farti ridere?"
Alberta: "Si, ma solo prima di spogliarti!"

Ah… Alberta! Ce ne fossero di piu come te!

commenti
  1. anonimo ha detto:

    Proprio vero ti accorgi se una ragazza è interessata proprio da quanto riesci a farla ridere e se ride sei già a metà della conquista…
    Mi aspettavo però che tu parlassi nel tuo post delle tue delusioni d’amore sofferte nella tua vita(nel vero senso della parola) che ne so un patimento o sofferenze nella tua vita affettiva, una storia andata male,visto che non ne hai mai parlato.

  2. Extro76 ha detto:

    La tua storia solletica i miei ricordi, anche se ho conosciuto poche ragazze pronte e sagaci nelle risposte, me ne ricordo una in particolare che aveva una prontezza di battuta impressionante. Una volta le dissi, parlando in tono serio:
    Io – Lo sai che, secondo me, un giorno io e te ci sposeremo?
    Lei – Davvero?
    Io – Sì, io con un un’altra e tu con un altro …a ci sposeremo!
    Lei ha fatto un sorriso veloce e subito dopo:
    Lei – Invece sai, c’è una possibilità che tu mi sposi.
    Io – Davvero?
    Lei – Sì, se diventi prete, mi sposerai …con il mio uomo.
    Molte ragazze che conosco se gli fai una battuta si limitano a risponderti “stronzo” in maniera compiaciuta o ha farsi una risatina.

  3. settepeccati ha detto:

    sagace come post, io ho sempre la risposta pronta!

  4. anonimo ha detto:

    Ciao sevy, ma ti sembra una delusione o un fallimento quello di cui parli? A me pare proprio una cagata scusa se te lo dico…ho letto i tuoi post ma penso sinceramente che tu non abbia mai avuto una ragazza ma forse solo avventure si sesso o robetta di poco più.ma hai mai avuto una storia? Sai cosa è una delusione d’amore?

  5. anonimo ha detto:

    Oddio non la sopporto! Cerca la bella banale (deviazione flusso sanguigno) e riceverai sempre in cambio ficcante sarcasmo da prima donnetta.
    Anto

  6. anonimo ha detto:

    #5
    che significa questo messaggio? Non sopporti chi? Ficcante sarcarmo da prima donnetta…mmm

  7. meadowsOFheaven ha detto:

    non so quanto ti convenga consocere altre ragazze come alberta… che con una battuta ti conquista e con quella successiva ti ha già liquidato! 😉

  8. PiccolStraniera ha detto:

    ahahahhahahahahah!Bellissimo questo post!Le donne bisogna prenderle con il sorriso,perchè un bel faccino serve a poco.Grande!

  9. signorinax ha detto:

    Hai letto “Alta Fedeltà”? Dovresti stilare anche tu la top five dei tuoi fallimeti amorosi. Bello questo post, istruttivo per noi donzelle. Certo solo le fighette astrologhichee possono permettersi di rigirarvi così. Peccato tanta intelligenza sprecata con una Alberta! 🙂

  10. Dottor D. ha detto:

    Ciao, Sevy. Ho letto il tuo messaggio. Scrivimi all’indirizzo dottordeledonne@hotmail.com

    • sevy ha detto:

      Carissimo dottor D! Finalmente ti risento, beh allora mettiamo su questo blog su wordpress, ti scrivo in pomeriggio così ci organizziamo.

Lascia un commento